Sondaggi sulla leva militare: titoli fuorvianti e dati manipolati
Ancora una volta i giornaloni ci prendono per il naso. Il 5 dicembre La Stampa e Il Sole 24Ore hanno pubblicato due rilevazioni che dipingono gli italiani favorevoli alla reintroduzione della leva militare proposta dal ministro Crosetto. Ma dietro questi titoli roboanti si nasconde la solita manipolazione dei dati.
La truffa de La Stampa: "Un italiano su due" che non esiste
Partiamo dal sondaggio Izi Spa presentato su La7. La Stampa titola trionfante: "Un italiano su due vuole la leva obbligatoria". Peccato che i dati dicano l'esatto contrario: solo il 47% è favorevole, quindi meno di uno su due. E infatti l'articolo stesso ammette che "la maggioranza degli italiani resta contraria".
Ma il bello deve ancora venire: se scavi nei numeri, scopri che solo il 26,2% vorrebbe davvero una leva di 12 mesi. Dove sta questo fantomatico consenso di massa?
Note metodologiche? Macché, qui si bara alla grande
E qui casca l'asino. Nessuno dei due giornali pubblica le note metodologiche, obbligatorie per legge. Chi ha risposto? Quanti anni hanno? Come è stato condotto il sondaggio? Mistero fitto.
Solo Orizzontescuola.it ci dice che il campione era di 800 persone. E guarda caso, loro leggono gli stessi dati al contrario: "Il 53% degli italiani contrario alla leva militare". Miracoli della statistica manipolata.
Il Sole 24Ore fa ancora peggio
Il quotidiano milanese non è da meno. Prima dice che hanno intervistato "mille persone", poi parla di "cento risposte". Che significa? E soprattutto, il sondaggio parla di protezione civile, non di servizio militare vero e proprio. Ma nel titolo questo dettaglio sparisce.
L'autore? Un misterioso "istituto Remtene" che pubblica i risultati sul sito della Presidenza del Consiglio. Quella stessa Presidenza guidata da Giorgia Meloni, il cui ministro della Difesa Crosetto aveva annunciato il ddl sulla leva proprio il giorno prima.
La verità sui nostalgici della naja
Sarebbe interessante sapere chi sono questi italiani così entusiasti della leva militare. Scommettiamo che sono i 50-60-70enni che ricordano con nostalgia i tempi della caserma? Quelli che una divisa non la rivedranno mai più?
Oppure sono davvero i giovani di oggi, quelli che dovrebbero farla sul serio questa benedetta leva? Chissà perché nessuno ce lo dice.
Il solito gioco delle élite
Ecco come funziona il sistema: si commissiona un sondaggio, si manipolano i titoli, si nascondono i dettagli scomodi e si crea il consenso dal nulla. I giornaloni fanno da megafono e il gioco è fatto.
Mentre i nostri ragazzi dovrebbero andare a fare i soldatini, chi decide resta comodamente seduto nelle redazioni romane e milanesi. La solita storia italiana: chi comanda non paga mai il prezzo delle proprie decisioni.