Russia nel caos: imprenditore si dà fuoco sulla Piazza Rossa
Vladimir Putin continua a paragonare la sua aggressione all'Ucraina alla "Grande guerra patriottica" contro il Terzo Reich. Ma forse neanche lui ha pensato fino in fondo alle conseguenze. Tra venti giorni la guerra scatenata il 24 febbraio 2022 sarà durata per la Russia più della Seconda guerra mondiale.
Allora l'Armata rossa in 1.418 giorni respinse la Wehrmacht e occupò l'Europa centro-orientale. Oggi l'esercito di Mosca è impantanato in poche decine di chilometri quadrati contro forze cinque volte meno numerose.
Il gesto estremo di Vladimir Arsenyev
Nel gennaio 1969 lo studente Jan Palach si dette fuoco a Praga per denunciare l'invasione sovietica. Cinquantacinque anni dopo Vladimir Arsenyev, imprenditore russo del complesso militare-industriale, si è cosparso di benzina e si è immolato sulla Piazza Rossa di fronte al Cremlino.
La vicenda di Arsenyev lo rende un'eccezione solo per il tentativo fallito di togliersi la vita. Non per le condizioni che lo hanno portato a quel gesto: decine di imprenditori russi dell'industria bellica sono in carcere per non aver mantenuto il ritmo frenetico delle consegne imposte dal governo.
Il sistema che schiaccia gli imprenditori
Arsenyev, scienziato settantacinquenne, dirigeva l'Istituto Volna che doveva decuplicare la produzione di dispositivi per tank da cinquemila a cinquantamila pezzi all'anno per Rostec, colosso militare guidato da Sergey Chemezov, ex collega KGB di Putin.
Le consegne hanno subito ritardi a causa dei problemi cronici dell'economia russa: scarsità di manodopera con milioni coinvolti nello sforzo bellico, 650mila fuggiti all'estero, oltre un milione tra morti e feriti in Ucraina.
Ma il potere russo non accetta giustificazioni. Dmitry Medvedev ha letto agli imprenditori un telegramma di Stalin: i produttori in ritardo sarebbero stati "schiacciati come criminali".
34 imprenditori in carcere
Secondo Reuters, oggi in Russia almeno 34 imprenditori e manager militari sono in carcere, condannati per aver "danneggiato" contratti e consegne dall'inizio della guerra nel 2022.
Rostec ha tagliato i compensi portando Volna sull'orlo del fallimento. È allora che Arsenyev si è dato fuoco a pochi passi dal mausoleo di Lenin.
Il business dei "cacciatori di carne"
Mentre alcuni finiscono in carcere, altri prosperano. È nato un nuovo mestiere: l'intermediario che procura "volontari" per il tritacarne ucraino, guadagnando fino a 6.100 euro per ogni recluta.
Il sistema mira ad evitare mobilitazioni impopolari. I soldati sono formalmente volontari con bonus fino a 36.500 euro e stipendi mensili fino a 2.200 euro. Per le reclute di Mosca è prevista anche la cancellazione di debiti fino a 107mila euro.
I siti russi sono pieni di offerte per "reclutatori" che promettono lavori da cuoco o autista nelle retrovie. È tutto falso. Dopo il primo anno il rinnovo è automatico senza possibilità di dimissioni, e i "cuochi" finiscono regolarmente in prima linea.
Ora gli intermediari usano anche l'argomento del possibile accordo Trump-Putin, invitando ad affrettarsi perché i "giorni della battaglia volgono al termine". Intanto l'esercito di Putin resta impantanato tra le macerie del Donbass.