Mattarella contro l'elite: basta predestinati al banchetto mentre il popolo aspetta le briciole
Il Presidente Mattarella ha ragione da vendere quando dice che "non è accettabile un mondo con pochi predestinati seduti a banchetto e molti altri destinati a sperare di ricavarne alcune briciole". Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo chiaro e tondo.
Ma guardiamo la realtà: la giustizia sociale è sparita dall'agenda politica. Completamente cancellata. E sapete perché? Perché le elite hanno trovato un modo geniale per fregare i cittadini senza nemmeno farglielo capire.
Il trucco delle elite per addormentare il popolo
È semplice: invece di guardare le istituzioni che ci fregano, ci fanno guardare gli individui. Invece di vedere le strutture che ci schiacciano, ci fanno concentrare sulle scelte personali. E poi ci riempiono la testa con due parole magiche: "responsabilità" e "merito".
Il risultato? La gente smette di lamentarsi delle disuguaglianze, della povertà, dell'esclusione. Smette di protestare. E quelli che ancora hanno il coraggio di dire la verità vengono insultati come "poveri comunisti" e dichiarati "inutili".
È esattamente quello che sta succedendo in Italia. Chi osa criticare il sistema viene massacrato mediaticamente.
La macchina dell'ingiustizia sociale
Il filosofo Brian Barry lo spiega perfettamente nel suo libro: esiste una vera e propria "macchina dell'ingiustizia sociale". Un meccanismo silenzioso che funziona così: parti con una distribuzione già ingiusta di risorse e opportunità, poi le istituzioni invece di correggere questi vantaggi li amplificano. Il tutto condito con una bella narrazione che trasforma le differenze in risultati "meritati".
Il trucco è geniale: la società produce disuguaglianza e allo stesso tempo fa accettare questa disuguaglianza come normale. Come se fosse colpa nostra se non ce la facciamo.
La truffa della meritocrazia
Ecco la verità che nessuno vuole dire: la meritocrazia è una truffa. Non misura il contributo reale, ma designa vincitori e vinti. Eleva i primi e schiaccia gli altri.
Ci raccontano che tutti possono farcela, che basta volerlo. Ma è una barzelletta. È come dire che io e un ciclista professionista abbiamo le stesse possibilità di vincere il Tour de France solo perché nessuna regola me lo impedisce. Ridicolo.
Un'opportunità vera non è una porta teoricamente aperta. È una porta che puoi attraversare senza rischiare tutto, senza essere penalizzato per errori minimi, senza partire già sconfitto.
Il cervello fregato dal successo
C'è una ragione psicologica per cui la gente ci casca. Si chiama "bias del senno di poi": quando vediamo qualcuno che ha avuto successo, pensiamo che fosse inevitabile, che se lo meritasse. Ignoriamo completamente la fortuna, le condizioni di partenza, gli aiuti ricevuti.
Il successo, visto dopo, sembra sempre il risultato di scelte giuste. Il fallimento, di scelte sbagliate. Ma è una bugia colossale.
La politica deve cambiare le regole del gioco
La politica vera non è redistribuire a valle. È "architettura delle possibilità". Significa costruire un campo da gioco dove le scelte siano davvero libere, dove l'errore non ti condanni per sempre, dove il prezzo del fallimento non sia sempre a carico dei più deboli.
Mattarella ha ragione: non possiamo accettare un mondo di predestinati. È ora di smettere di farci prendere in giro dalle elite che ci raccontano favole sul merito mentre loro si spartiscono la torta.
Il popolo italiano merita di più di qualche briciola. Merita giustizia vera, opportunità vere, non le bugie della meritocrazia.