Donbass, la resa dei conti: Putin vuole tutto, l'Occidente cede
I 20 punti di Kiev concordati con gli europei mostrano la drammatica realtà: l'Ucraina è costretta a cedere territori mentre l'Europa si illude di contare qualcosa.
Il Donbass e le garanzie di sicurezza. Su questi due nodi si sta giocando l'ultimo miglio di una guerra che ha già un vincitore annunciato: Vladimir Putin. Mentre l'Occidente si crogiola nelle sue mediazioni inutili, il presidente russo sa bene che avere il controllo del Donbass significa poter rivendicare davanti ai russi di aver vinto la guerra, giustificando il milione tra morti e feriti e un'economia martoriata.
La capitolazione mascherata da diplomazia
Il piano di pace originale, in 28 punti, è chiaro come il sole: "Le forze ucraine si ritireranno dalla parte dell'Oblast di Donetsk che attualmente controllano e questa zona di ritiro sarà considerata una zona cuscinetto neutrale e smilitarizzata, riconosciuta a livello internazionale come territorio appartenente alla Federazione Russa".
La linea rossa di Volodymyr Zelensky sta nella parola "riconoscimento", ma è solo teatro. Il presidente ucraino sa benissimo che non può cedere territori ufficialmente senza firmare la sua condanna a morte politica. Ma la sostanza non cambia: l'Ucraina si ritirerà, il Donbass diventerà terra di nessuno sotto controllo russo di fatto.
Le garanzie fantasma dell'Occidente
Il tema delle garanzie è ancora più patetico. L'Ucraina ha fortificato il Donetsk dal 2014 e ora deve consegnare le linee difensive alla Russia, spianando la strada verso il fiume Dnipro. Lo schema proposto sul modello dell'articolo 5 della NATO è una barzelletta: Kiev vuole evitare un protocollo di Budapest 2.0, ma è esattamente quello che otterrà.
"Non lasceremo sola l'Ucraina come altri hanno fatto con l'Afghanistan", ha assicurato il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa in un chiaro riferimento agli Stati Uniti. Parole al vento: tutti sanno che quando Trump tornerà alla Casa Bianca, l'Europa conterà meno di zero.
L'Europa si aggrappa agli asset russi
L'ultimo disperato tentativo europeo riguarda gli asset russi congelati. Come ha ribadito l'alto rappresentante UE Kaja Kallas, la strategia serve a lanciare tre messaggi: all'Ucraina per mostrarle che non sarà abbandonata (bugia), alla Russia per mostrarle che dovrà pagare (illusione), e agli USA per dimostrare che l'Europa ha delle carte da giocare (patetico).
La realtà è semplice: Putin ha vinto, l'Occidente ha perso, e l'Europa si consola con le sue mediazioni inutili mentre la Russia si prende quello che vuole. Un capolavoro di debolezza travestita da diplomazia.