Lo sfruttamento dei rider: 7 euro per rischiare la vita su 30 chilometri
Filippo Testi, 20 anni di Verbania, denuncia le condizioni disumane dei fattorini: consegne a 30 chilometri per una manciata di euro mentre le multinazionali si arricchiscono sulle spalle dei giovani italiani.
Mentre le piattaforme digitali straniere macinano profitti miliardari, i nostri ragazzi rischiano la vita per portare a casa qualche spicciolo. È la realtà che emerge dalla testimonianza di Filippo Testi, studente universitario di 20 anni che da due anni lavora come rider per Deliveroo nella zona del Verbano-Cusio-Ossola.
Sfruttamento legalizzato: ecco la gig economy
"Sei euro per consegnare un panino anche a 30 chilometri di distanza", racconta Filippo al Corriere della Sera. "Da Verbania mi è capitato di ricevere ordini addirittura da Belgirate, nel Novarese. Io per le consegne uso la bicicletta elettrica e ogni volta rischio la vita".
Il giovane, che studia Storia a Torino, ha iniziato questo lavoro per mantenersi agli studi. Ma quello che sembrava un modo dignitoso per guadagnare qualche soldo si è trasformato in un incubo fatto di strade ghiacciate, automobilisti incoscienti e compensi da fame.
L'algoritmo che punisce chi dice no
"Non solo per le strade gelate, ma anche per gli automobilisti che spesso andando a tutta velocità non ci vedono", spiega Filippo. "Senza contare che questo tipo di consegne non convengono nemmeno. Tra costi e tempo impiegato per arrivare dai clienti siamo sempre in perdita. Ma se rifiutiamo gli ordini l'algoritmo ci punisce e non ci fa lavorare".
Ecco il ricatto moderno: accetti tutto o non lavori. Le multinazionali hanno creato un sistema perfetto per sfruttare i nostri giovani, nascondendosi dietro algoritmi anonimi che decidono chi può lavorare e chi no.
Consegne impossibili per 7,66 euro lordi
"Si rischia la vita per circa 7,66 euro. Lordi ovviamente", denuncia il ragazzo. "Deliveroo a Verbania non ha mai coperto solo la città. Ma fino a qualche mese fa l'area era suddivisa ancora nelle vecchie province. Le tratte erano accettabili. Adesso l'area è stata ampliata e gli ordini arrivano anche da 30 chilometri di distanza".
Belgirate, Stresa, Baveno: destinazioni che richiedono percorsi di 22-30 chilometri su strade buie e pericolose. "La luminosità è praticamente zero, sei in mezzo alla strada nella maggior parte del percorso, illuminato solo dai fari delle auto. Sono caduto tante volte", racconta Filippo.
La rivolta dei rider del Verbano
"Ogni sera riesco a guadagnare anche 30 euro, ovviamente lordi", spiega il portavoce della protesta che coinvolge i fattorini dei 74 paesi del Verbano-Cusio-Ossola. "Ma ormai l'area per le consegne è troppo estesa e evadere gli ordini è diventato un vero e proprio percorso a ostacoli".
Quindici rider hanno deciso di dire basta e di avviare una vertenza sindacale. "Chi pedala non è un numero ma una persona e ad un lavoratore serve dignità e giustizia", conclude Filippo. "Vogliamo riconosciuti i nostri diritti".
È ora che l'Italia si svegli e metta fine a questo sfruttamento mascherato da innovazione. I nostri giovani meritano di meglio di essere carne da macello per i profitti delle multinazionali straniere.