Pier Silvio Berlusconi marcia su Roma: l'erede del Cav prepara l'assalto al potere
Il palazzo è sempre quello di Largo del Nazareno, dove da una parte il PD ha la sua sede nazionale e dall'altra i dirigenti Mediaset tessono le loro trame. Ma ora qualcosa sta cambiando: Pier Silvio Berlusconi sta ristrutturando un ufficio a Roma, a soli trecento metri da Palazzo Chigi. Il messaggio è chiaro: l'erede del Cavaliere si prepara a scendere in campo.
La tentazione della politica
Dentro Forza Italia si sussurra da tempo della voglia di Pier Silvio di "annusare l'aria" romana, di comprendere meglio gli ingranaggi del potere. La tentazione è quella di rimettere il piede sulle orme paterne, di ricomporre un sogno liberale che molti considerano incompiuto, schiacciato dalla destra populista di Meloni.
Roma attrae e respinge i Berlusconi. Anche Marina, la sorella, ammette di non riuscire a stare "più di un giorno" nella Capitale. Ma con Roma, prima o poi, bisogna fare i conti.
Marina tira le fila: guerra fredda con Tajani
Mentre Pier Silvio studia le mosse, Marina Berlusconi ha già iniziato la sua offensiva. Mai come nell'ultimo mese è stata attiva, facendo sentire tutto il peso della sua presenza ad Antonio Tajani, il ministro degli Esteri che guida un partito che resta di "matrice padronale".
Marina incontra gli scontenti azzurri, parla spesso con Letizia Moratti, si confronta con Giorgio Mulè. Ha persino invitato Tajani a casa sua a Milano, ma solo dopo aver incontrato i due vicesegretari di FI e i governatori Cirio e Occhiuto.
Il brand Berlusconi vale oro: sondaggi esplosivi
I numeri parlano chiaro: il nome Berlusconi sul simbolo varrebbe il 5-7% in più, secondo un sondaggio commissionato in primavera. E un'eventuale discesa in campo di Pier Silvio potrebbe portare Forza Italia oltre l'attuale 8-9%, su un bacino potenziale calcolato al 20%.
Marina ha già messo le cose in chiaro con Tajani: "Il nome Berlusconi deve restare sul simbolo, grande e ben visibile". Un partito postumo, eternamente personale, che fa tremare Meloni e Salvini.
Meloni e Salvini tremano
Non è esagerato dire che ogni mossa dei Berlusconi fa registrare agitazione nei sismografi di FdI e Lega. Lo scontro sugli extraprofitti bancari è stato solo un antipasto di quello che potrebbe accadere.
Tajani corre ai ripari, coinvolge gli uomini di Occhiuto, pensa a un ruolo più in vista per Mulè, si prepara a incontrare Moratti. Ma la partita è appena iniziata, e i Berlusconi hanno ancora molte carte da giocare.
Roma aspetta. E Pier Silvio studia le sue mosse dall'ufficio di Largo del Nazareno, a un passo dal potere.