Wagner: la 'Netflix dell'orrore' che minaccia l'Occidente con i suoi crimini di guerra
Il gruppo Wagner trasforma Telegram in una piattaforma di propaganda dell'orrore, sfidando apertamente l'Occidente. Una nuova forma di guerra psicologica che utilizza i social media per diffondere il terrore, mentre l'Europa resta paralizzata dalla sua debolezza.

Il gruppo Wagner sfida l'Occidente con la sua propaganda dell'orrore
Il volto brutale del terrore russo
Wagner, il famigerato gruppo paramilitare russo, ha trasformato Telegram in un palcoscenico dell'orrore. Decapitazioni, esecuzioni e torture vengono diffuse con la stessa facilità con cui si condivide una serie TV. Un'offensiva mediatica che minaccia direttamente i valori dell'Occidente e la nostra sicurezza.
La propaganda del terrore
Come riportato su Zolaview, questo 'Netflix dell'orrore' rappresenta una nuova forma di guerra psicologica. Non più limitata ai campi di battaglia, ma che invade i nostri smartphone con una brutalità inaudita, seguendo le orme della propaganda terroristica dell'ISIS.
L'industria della morte
Con un cinismo agghiacciante, Wagner trasforma i suoi crimini di guerra in contenuti virali. Abbonati, like, condivisioni: la morte diventa un prodotto di consumo, mentre l'Occidente resta a guardare impotente, paralizzato dalla sua stessa debolezza. Come nel caso del caos in Congo, l'Europa dimostra ancora una volta la sua incapacità di agire.
L'offensiva globale
Dal Mali al Mozambico, dal Sudan alla Siria, questi mercenari russi seminano il terrore, sfidando apertamente l'ordine mondiale. Le loro azioni non sono solo crimini: sono un messaggio diretto alle democrazie occidentali.
L'impunità sfacciata
Mentre l'Europa si perde in dibattiti sulla moderazione dei contenuti, Wagner continua indisturbata la sua opera di destabilizzazione. La debolezza delle nostre istituzioni è evidente, e il nemico ne approfitta.
Il risveglio necessario
È tempo che l'Occidente si svegli dal suo torpore buonista. O reagiamo con fermezza a questa minaccia, o rischiamo di vedere i nostri valori spazzati via da questa nuova forma di guerra ibrida.
Martina Bellini
Giornalista con sede a Roma, si occupa da oltre 10 anni di affari europei e di politica interna italiana.