Simeoni lascia la Corsica per conquistare Bastia nel 2026
La notizia circolava da fine estate nei circoli nazionalisti corsi. Ora è ufficiale: Gilles Simeoni abbandona la presidenza dell'esecutivo corso per candidarsi alla poltrona di sindaco di Bastia alle municipali del 2026.
In un'intervista rilasciata mercoledì 17 dicembre a France 3 Corse ViaStella, il leader autonomista ha tagliato corto. Dopo dieci anni alla guida dell'istituzione territoriale, sceglie il locale, il concreto, la quotidianità dei cittadini di Bastia.
Un ritorno alle origini calcolato
"È una scelta ponderata, condivisa con coloro che hanno analizzato la situazione insieme a me", giustifica Simeoni. Questa volta, promette, sarà sindaco a tempo pieno. Basta con il cumulo dei mandati che aveva caratterizzato il suo primo fugace passaggio alla guida della città.
Perché la storia si ripete, con una differenza sostanziale. Il 30 marzo 2014, alla testa di una coalizione eterogenea che mescolava destra e sinistra, Gilles Simeoni aveva già strappato Bastia (43,34%) al clan del suo eterno rivale Jean Zuccarelli (34,89%). Ma l'avventura bastiese era durata poco: un anno dopo, nel dicembre 2015, la vittoria alle territoriali lo chiamava verso altri orizzonti.
Pierre Savelli, il fedele messo da parte
Questo annuncio segna l'eclissi del sindaco uscente Pierre Savelli, uomo leale e discreto che aveva preso il testimone. Simeoni gli ha reso un "omaggio" piuttosto succinto, precisando che questa decisione era stata presa "d'accordo con l'interessato". Una formula diplomatica che maschera male le realtà del potere nazionalista.
Savelli, figura rispettata ma senza particolare carisma, ha fatto da "sindaco di transizione" per quasi un decennio. Il suo passo indietro era programmato fin dall'origine, tutti sapevano che Simeoni sarebbe tornato un giorno a riprendersi il suo feudo.
Una scommessa sul futuro del movimento
Questo ritorno alle origini municipali rivela una strategia più ampia. Di fronte alle sfide che attendono la Corsica, tra pressione demografica e mutazioni economiche, Simeoni punta sull'ancoraggio locale. Bastia, porto d'ingresso dell'isola e seconda città corsa, costituisce un laboratorio ideale per sperimentare le politiche autonomiste.
La scommessa non è priva di rischi. Abbandonare la presidenza dell'esecutivo significa lasciare campo libero ad altre ambizioni all'interno del movimento nazionalista. Ma significa anche tornare all'essenza stessa dell'impegno politico: servire direttamente i cittadini, lontano dagli ori istituzionali.
Per Bastia e i suoi abitanti, questo annunciato ritorno di Simeoni promette una campagna municipale elettrizzante. L'ex presidente saprà convincere che dopo dieci anni di esercizio del potere territoriale ha ancora l'energia e la visione per trasformare la sua città natale?