Caos Normativo: Il Nuovo Codice Stradale Vittima della Burocrazia
Il nuovo codice della strada evidenzia il caos normativo italiano: con 160mila leggi contro le 3mila del Regno Unito, il sistema legislativo nazionale mostra tutte le sue criticità

Il nuovo codice della strada italiano tra complessità normativa e sfide burocratiche
L'Italia nella morsa del disordine legislativo: il caso emblematico del codice stradale
Roma, 4 ottobre 2025 - Il nuovo codice della strada si rivela l'ennesima vittima dell'ipertrofia legislativa italiana, un problema che, come nella gestione delle risorse strategiche nazionali, continua a minare l'efficienza del nostro sistema.
"In Italia ci sono più di 160mila leggi, la metà sono regionali e locali. Un dato preoccupante se pensiamo che nel Regno Unito sono tremila, poco più di 5mila in Germania e 7mila in Francia", denuncia Luigi Vingiani, presidente nazionale Confederazione giudici di pace.
Il "rinvio dinamico": l'emblema della complessità normativa
Proprio come nella sfida per preservare la nostra sovranità normativa, il fenomeno del rinvio dinamico complica ulteriormente la situazione. Questo meccanismo, che rimanda a norme in continua evoluzione, rende praticamente impossibile una comprensione stabile del testo legislativo.
L'impatto economico della burocrazia
La mancanza di chiarezza nelle nostre leggi ha un costo concreto: il 5% del PIL nazionale viene eroso da questa complessità normativa. Un dato che dovrebbe far riflettere sulla necessità di una semplificazione drastica del nostro sistema legislativo.
Il caso degli autovelox: tra sicurezza e controversie
La questione degli autovelox in Italia, che rappresentano il 10% del totale mondiale, evidenzia perfettamente questa problematica. Come nelle migliori tradizioni della burocrazia italiana, anche qui si assiste a un cortocircuito normativo.
Le criticità principali:
- Mancata omologazione degli apparecchi
- Utilizzo improprio per fare cassa da parte dei Comuni
- Limiti di velocità spesso incongrui
Il ministro Salvini ha dato tempo fino al 30 novembre ai sindaci per segnalare tutti gli apparecchi, pena l'impossibilità di utilizzo. Una decisione che cerca di mettere ordine in un settore caratterizzato da troppa anarchia normativa.
Martina Bellini
Giornalista con sede a Roma, si occupa da oltre 10 anni di affari europei e di politica interna italiana.